Cinghiali: Lombardia chiede poteri per contenimento

CINGHIALI 

AGRICOLTURA, ROLFI: APPROVATO IL PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE NEI CONFRONTI DELLA PESTE SUINA AFRICANA
ASSESSORE: CHIEDIAMO AL GOVERNO MAGGIORI DELEGHE SUL CONTENIMENTO DEL CINGHIALE

Cinghiali – La peste suina fa ovviamente paura e potrebbe mettere in ginocchio un intero comparto. E’ da questa ipotesi di minaccia che partono le misure di prevenzione messe in atto da Regione Lombardia e spiegate direttamente nel comunicato dall’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi, che concorda sul fatto del contenimento dei cinghiali.  Come noto non è da ora che quello della presenza massiccia del cinghiale in Lombardia (come in altre regioni) costituisce un serio problema all’agricoltura, alle coltivazioni in atto, alla sicurezza stradale. Un problema oneroso anche sul fronte dei risarcimenti.

Ass. re Fabio Rolfi

“Abbiamo approvato il piano regionale preventivo contro la peste suina africana. Se dovesse arrivare nel nostro Paese e nella nostra regione avrebbe conseguenze economiche devastanti sul settore suinicolo. Per questo chiediamo al governo deleghe maggiori sui piani di contenimento del cinghiale, che è il principale vettore di questa malattia”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia in merito al decreto regionale con cui è stato approvato il piano di prevenzione.
La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali per la quale non esistono vaccini, né cure. Nel 2007, partendo dal Caucaso, si è diffusa rapidamente nei paesi della Federazione Russa e dal 2014 è presente in alcuni Paesi dell’Unione Europea. Nel Settembre 2018, il virus è stato ritrovato in cinghiali selvatici rinvenuti morti in Belgio, destando ulteriore preoccupazione per la rapida diffusione dell’infezione.
“Questo documento è il risultato condiviso del lavoro del tavolo regionale sulla suinicoltura” ha aggiunto Rolfi.
Il piano regionale prevede disposizioni sanitarie e biosicurezza negli allevamenti suini, con misure atte a ridurre il rischio di introduzione della malattia. Per esempio, i suini devono essere allevati in modo tale da evitare qualsiasi contatto con i cinghiali selvatici, anche tramite la delimitazione dell’area di allevamento. Tutti gli allevamenti, compresi quelli a carattere familiare, dovranno fornire comunicazione immediata al Servizio Veterinario competente di ogni sospetto di peste suina, come la febbre con morbosità e mortalità in suini di ogni età o la febbre con sindrome emorragica, emorragie petecchiali ed ecchimosi.

Cinghiali  - occorre fare contenimento

Cinghiali – una grave minaccia

I Dipartimenti Veterinari eseguiranno controlli ufficiali tesi alla verifica del rispetto delle norme di biosicurezza negli allevamenti, nei punti di disinfezione e negli impianti di macellazione. Si svolgeranno poi attività informative e formative rivolte agli operatori del settore suinicolo, con riguardo anche al settore della fauna selvatica e sarà effettuata una mappatura del territorio in base alla presenza stabile e numerica del cinghiale in rapporto anche agli insediamenti suinicoli.

 

Caccia & Dintorni

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