Calendario Lombardia 2019/20 – 2 giornate integrative in Lombardia
CALENDARIO Lombardia 2019-2020: GIORNATE INTEGRATIVE SETTIMANALI DI CACCIA DA APPOSTAMENTO FISSO PER IL PERIODO COMPRESO TRA IL 2 OTTOBRE E IL 30 NOVEMBRE 2019 NEI TERRITORI DEGLI UTR DI BERGAMO, BRESCIA, BRIANZA, INSUBRIA, PAVIA E VAL PADANA-MANTOVA
Escluse dalle giornate integrative settimanali di caccia da appostamento fisso, le specie allodola, codone, moretta, moriglione e pavoncella
Calendario Lombrdia 2019/20 – Anche quest’anno, in ottemperanza a quanto stabilito dalla Direttiva Uccelli 2009/147 CE e alla 157/9, oltre che alla Legge regionale e al parere con cui ISPRA ha sostanzialmente confermato le valutazioni fornite nella trascorsa stagione venatoria 2018/19, con Decreto 13571_26 sett giornate integrative la Regione Lombardia ha confermato a chi ne ha fatto richiesta le 2 giornate integrative di caccia da appostamento fisso all’avifauna migratoria nel periodo compreso tra il 2 ottobre e il 30 novembre 2019, in aggiunta alle tre giornate settimanali di caccia attualmente consentite.
CALENDARIO Lombardia 2019-2020 2 Giornate integrative Decreto 13571_26 sett giornate integrative
• UTR Bergamo: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e galline.
• UTR Brescia: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e gallinella d’acqua.
• UTR Brianza – Monza Brianza: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e merlo; – Lecco: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e gallinella d’acqua
• UTR Insubria – Como: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e merlo; – Varese: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e gallinella d’acqua.
• UTR Pavia: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e gallinella d’acqua.
• UTR Val Padana-Mantova: due giornate settimanali integrative per la caccia a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, merlo, germano reale, alzavola, canapiglia, fischione, marzaiola, mestolone, folaga e gallinella d’acqua.
Nel decreto della regione vi sono poi dei dati che fanno riflettere e sono quelli riguardanti il drastico calo degli appostamenti fissi che prende in esame il quadriennio di caccia 2015-2018
CALENDARIO LOMBARDIA 2019-2020 – Una dovuta riflessione
In provincia di Brescia, nel 2015, vi erano 7700 capanni di caccia autorizzati. Oggi sono 7213 con un calo di 487 appostamenti, mentre i cacciatori che avevano scelto questo tipo di forma di caccia sono passati da 7276 nel 2015 a 6630 con un calo di quasi 1000 cacciatori. Una situazione che riscontriamo anche nelle province di Bergamo dove i capannisti sono passati, nello stesso periodo preso in esame, da 3519 a 3144, con un saldo in negativo di oltre 300 cacciatori. Stessa situazione nelle altre province dove questo tipo di caccia è radicato per storia e tradizione proprio come tra Brescia e Bergamo.
I motivi di questa emorragia che pare irreversibile va ricercato in diversi fattori. Dal mancato rinnovo della concessione per via di distanze o altro, all’ormai cronica assenza del prelievo in deroga, alla banca dati e altri paletti che si aggiungono di anno in anno. Tutti fattori che hanno indotto, soprattutto i più anziani, a smettere con la caccia e con la loro passione innata dell’appostamento fisso.
In questi anni abbiamo dovuto assistere inermi all’istituzione di una Banca Dati che avrebbe dovuto costituire un veicolo utile a “baipassare” le Direttive Europee, ma il risultato è stato quello che conosciamo tutti: roccoli chiusi e deroghe mai più fatte. Senza un ricambio di richiami vivi e con un prelievo limitato a tordo, sassello e cesena la demoralizzazione si è fatta largo tra chi come passione aveva il suo capanno fisso da accudire tutto l’anno. Un lavoro che ancora oggi, per chi resiste, comporta tempo e sacrificio e che serve anche a tenere pulito e sotto controllo il bosco o le campagne, i sentieri e tutto quanto fa parte di un habitat che presto tornerà ad essere incolto e aggressivo.
Per non parlare della tradizione dello spiedo, polenta e uccelli, che costituiva il piatto principe di molte zone e per molti ristoratori, costituendo un buon indotto economico e di lavoro.
Oggi ci troviamo a fare i conti con una buona fetta della società civile che odia la caccia e i cacciatori, ed è una battaglia continua fatta di intimidazioni, azioni violente e ricorsi giuridici. Il fatto che loro benché pochi sono sempre organizzati, mentre noi (sebbene in calo costante) possiamo contare ancora su di un certo numero, ma siamo divisi fra di noi, divisi tra associazioni e irrispettosi fra le diverse forme di caccia.
Ora manca solo che le sigle animaliste facciano ricorso alla Corte Costituzionale contro il Calendario Venatorio per ritrovarci tra qualche mese a dover fare i conti con una situazione drammatica. Le colpe e le responsabilità di tutto ciò sono sempre da attribuire agli altri, ma forse faremmo meglio a fare autocritica tra noi stessi.
Siamo tutti sulla stessa barca ma non remiamo mai uniti nella stessa direzione.
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