Ricorso LAC contro DGR anellini in Lombardia
Ricorso LAC contro DGR anellini in Lombardia
Ricorso LAC contro DGR anellini – attraverso l’avvocato Linzola è stato depositato ieri un nuovo ricorso al TAR della Lombardia contro il DGR Anellini e banca dati ricorso anellini_signed.pdf (1)
Questa volta la LAC mette sul tavolo il carico grosso e tenta l’affondo finale. Un ricorso cattivo che se accolto anche semplicemente come sospensiva metterebbe la parola fine alla stagione eliminando l’utilizzo dei richiami di cattura. Quella della caccia alla piccola migratoria da appostamento fisso lombardi è già una stagione mortificata dal ritardato avvio e dalle ristrette misure adottate, compreso quella di vedersi negate le giornate integrative per i mesi di ottobre e novembre. Adesso ci mancava solo questa storia che pare essere molto più di una minaccia.
Un documento lungo alcune pagine, struggenti e commoventi, quello scritto dalla LAC nel quale non mancano le motivazioni per indurre i giudici del Tribunale Amministrativo ad un intenerimento quasi obbligato.
Si legge nelle motivazioni che la caccia con l’utilizzo dei richiami vivi è ormai praticata da poche persone rispetto ad una popolazione di circa 10milioni di abitanti, come se questo fosse un paragone da tenere in considerazione. Si legge anche che si tratta di una caccia che ha ben poco di sportivo e anche qui sappiamo bene che la caccia non è uno sport ma qualcosa d’altro .
Al punto 4 si legge poi, ecco la sottigliezza nel quale si cerca di dividere i cacciatori e le forme di caccia – : Le ragioni per cui la parte più attenta e sensibile della collettività (non solo le Associazioni ambientaliste ma anche il Corpo forestale dello Stato, le Forze di polizia, l’ISPRA, i cacciatori più avveduti e rispettosi dei principi dell’ars venandi) era molto scettica nei confronti del sistema di cattura massivo e non selettivo con le reti era legato a fenomeni, diffusi, frequenti, accertati anche dall’Autorità giudiziaria, di forme di bracconaggio, al fine di rifornire i cacciatori od i ristoratori in vena di offrire piatti ritenuti particolari e tradizionali: spiedi di uccelletti, polenta e uccellini, ecc..
Tra le righe delle motivazioni depositate si parla ovviamente di maltrattamento animale con la forzatura di costringere al buio i richiami per poterli poi far cantare in autunno (Fotoperiodo) e la questione anellini, che nonostante la Legge 157 dica chiaramente che devono essere “inamovibili” si rimarca il fatto che spesso siano di dimensioni abbondanti e anche manomessi.
Si legge anche : – Il Consiglio regionale, con la legge regionale 8 del 2021, ha abrogato le norme che disciplinavano la banca dati degli uccelli da richiamo detenuti dai cacciatori ed ha previsto un regime normativo di controlli sull’origine degli uccelli da richiamo molto blando, tanto da lasciare aperta ogni possibilità di sotterfugi e violazioni: «[l]’attività di vigilanza e controllo sugli anellini inamovibili da utilizzare per gli uccelli da richiamo di cui ai commi 1, 1-bis e 3 dell’articolo 26 è svolta verificando unicamente la presenza
dell’anellino sull’esemplare” (così la norma).
10) La Corte costituzionale, con sentenza n. 126 del 24 maggio 2022, ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’articolo 17 della legge regionale 8 del 2021 che riguarda la banca dati dei richiami vivi. Ne deriva che l’opposta operazione, di soppressione della banca dati, costituisce un tentativo di restaurare il regime previgente, improntato all’illegittima pretermissione del requisito imposto dalla normativa UE, consistente nella garanzia di un rigido controllo delle condizioni per la cattura dei richiami vivi.
In sintesi vi abbiamo resocontato un documento assolutamente privo di fondatezza scientifica ma basato solo su supposizioni e “balle” . Ora si spera che la Regione con le associazioni che la vorranno sostenere, mettano in campo tutte le forze necessarie per contrastare questo pericolosissimo tentativo di porre fine alle cacce tradizionali, attraverso documentati, certificati e comprovati studi che smontino le tesi e le supposizioni di questi signori, capaci di indurre una volta per tutte i giudici del TAR ad un esame approfondito e non superficiale della questione.
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