Caccia: cambiare il modo di fare comunicazione. Uniti ma sopratutto credibili.
Si è da poco conclusa una settimana tormentata nella quale la maggioranza ha stoppato i 5 Stelle e il loro emendamento contro la caccia e contro l’utilizzo dei richiami vivi. Ma è stata vinta solo una piccola battaglia perché il fronte parlamentare anti-caccia si è mostrato più ampio del previsto, sostenuto anche da Forza Italia che è diventato un partito animalista a tutti gli effetti. La piccola vittoria sull’utilizzo dei richiami vivi però non esclude il fatto che dal 2017 non saranno più ammessi quelli di cattura e già quest’anno e il prossimo saranno drasticamente ridimensionati i numeri delle catture consentite nei “roccoli”. Questo in risposta alla “messa in mora” inviata all’Italia dalla Commissione Europea per la presunta violazione della Direttiva Uccelli (art. 9, Dir. 2009/147/CE) sul tema della cattura dei richiami vivi. In questo modo sarà soppressa un attività con cinque secoli di storia documentata e rigidamente controllata, senza considerare che allevamento non è una soluzione soddisfacente sia in base analisi attenta di raccolte dati pluriennali. In altre nazioni europee (Francia e Paesi Bassi) autorizzano la tradizionale cattura di volatili con mezzi anche meno raffinati ed articolati dei nostri, proprio tipica e ). Al di là di questo restano tante le contraddizioni a cominciare dall’Ispra, che in tema di catture dei richiami vivi aveva dichiarato le reti utilizzate nei roccoli idonee e selettive fino al 2005, per poi cambiare opinione davanti alla U.E. . In Lombardia si proceduto prima ad un censimento dei richiami vivi di cattura posseduti da ogni singolo capannista e quindi alla stesura di una banca dati, ma questo è servito solo a prendere in giro chi pratica questa forma di caccia da appostamento fisso. Ora le associazioni venatorie (tutte) hanno cominciato ad agire e dopo la manifestazione bergamasca del 18 maggio scorso, quella dell’Orgoglio venatorio” qualcosa si sta muovendo. E iniziata una raccolta firme proprio a sostegno dei roccoli e delle caccie tradizionali per far riflettere le istituzioni sull’utilità sociale, culturale ed economica del mondo venatorio. Ma la caccia non è solo questo ovviamente. Occorre un analisi più profonda per poter guardare e comprendere quali sono gli aspetti divenuti insostenibili e i cambiamenti necessari da fare per essere al passo coi tempi. Oggi molti sono “contro” la caccia, ma quando si va al nocciolo della questione ai livelli più alti delle istituzioni politiche si riconosce che la “caccia” occorre. Oggi, nell’era della comunicazione globale la caccia e i cacciatori devono imparare ad usare una forma di comunicazione aggressiva e non fatta di giustificazioni ed è per questo che occorrono professionisti che sappiano comunicare al mondo esterno. Se ne parliamo solo tra di noi non va bene, bisogna aprirsi con garbo ma in maniera sistematica e convinta alla società civile. Una forma di emancipazione e sostenibilità che rendano la caccia e i cacciatori credibili.
Caccia & Dintorni – la redazione
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at 08:30
Speriamo che lo abbia capito chi dovrebbe rappresentarci sempre e dovunque, l’aria che tira attorno alla caccia è pesante, il tempo è agli sgoccioli (se non scaduto), queste considerazioni le abbiamo già sentite “n” volte, basta parole, vorremmo i fatti per avere una concreta speranza di mantenere la nostra passione.