ABRUZZO – La gestione del Lupo -Wilderness

ABRUZZO – La gestione del Lupo -Wilderness
Parchi, SIC e ZSC una mangiatoia tutta politica. Altro che conservazione  …. . 

Abruzzo – Il duro sfogo del segretario Wilderness Franco Zunino

 

 

Murialdo, 11 Maggio 2022

  1. Abruzzo – la gestione del lupo che non si è fatta

    L’Italia non è certo la Russia o il Canada, dove la dimensione territoriale allontana anche le notizie e  rende difficile un controllo. Eppure da noi si credono vere certe dicerie, solo perché ripetute da uno all’altro, senza un minimo di confronto o di veridicità sulla base di contatti o informazioni da parte di chi potrebbe facilmente darle o verificarle. Ecco l’ultima, e riguarda sempre i lupi. Hanno organizzato un gemellaggio tra i Parchi Regionali dell’Antola (Liguria) e del Sirente-Velino (Abruzzo). E in questo ambito si è dovuto sentire dire che il gemellaggio servirà al primo anche per educarli alla gestione del lupo riapparso dalle loro parti come in tutto il Nord Italia, grazie all’esperienza (sic!) della gestione del lupo in Abruzzo. Se non è ridicolo, ci siamo vicini! In Abruzzo MAI nessuno ha gestito il lupo! Semplicemente le popolazioni locali ne hanno sempre subito la presenza, ed in particolare i pastori, subendone anche i danni. L’unica “gestione” è stata la pratica dell’indennizzo dei danni, ma che da quando è stata approvata una legge in merito, ovvero che andavano pagati, lo sono sempre stati (e ancora oggi!) assai raramente, malamente e con una burocrazia e ritardi incredibili! Sarebbe bastato qualche colpo di telefono per sentire la voce da parte degli, si fa per dire, “utenti” del Lupo. Invece si è preferito credere alla voce “ufficiale”, ovvero le autorità dei Parchi, che la raccontano sempre a modo loro e, per principio, sempre in difesa del lupo! Il che vuole dire che raramente è la verità, o raramente tutta la verità. E lo sanno beni i pastori e allevatori abruzzesi: ma a loro non si chiede ma nulla quando si discute della “gestione” del lupo. Ed è così che un problema non si risolve mai! Oramai la disinformazione o “dezinformatzija” èdivenute ovunque quasi un modo d’essere: la Russia sovietica è dal 1923 che lo ha, purtroppo, insegnato al mondo!

  2. Una serie di associazioni ambientaliste hanno stilato un rapporto alle autorità per lamentare la mancata applicazione delle Direttive europee nelle gestione dei SIC ZSC. Ma è ovvio che così sia: i SIC e ZSC sono le più antidemocratiche aree protette mai ideate al mondo: ovvio che poi i vincoli siano contestati e, quindi, raramente applicati! D’altro canto, politici stessi che i SIC li hanno approvati, non si sono resi conto di cosa stavano facendo (almeno in Italia, perché negli altri paesi hanno soprattutto classificati come SIC solo aree già protette!). Ma da noi, soliti furbi italiani, abbiamo voluto strafare, ed ecco i risultati: vincoli antidemocratici che non vincolano nulla! Meglio aree più piccole ma aree protette più serie!
  3. Come si addomesticano i Parchi: da aree di natura protetta ad aree di natura addomesticata! Nella Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno, tanto per non farsene mancare alcuna (dopo l’assunzione di, si dice, decine di guardaparco: neanche fosse lo Yellowstone!), evidentemente non sapendo cosa inventarsi per sfruttare danaro pubblico, hanno pensato bene di realizzare delle specie di bacheche per attrarre insetti (Bug Hotel, albergo per insetti) dove sono stati inseriti degli attrattori degli stessi (tipo gli alveari che attraggono le api). In pratica, si cercherà di attrarre in questi “alberghi” una parte degli insetti che prima vivevano liberi nella natura della Riserva, sottoposti così a diretto controllo degli umani (ovviamente, diranno che tutto ciò è a scopo educativo!). Speriamo che almeno si dica agli “utenti” che ovviamente in natura è tutt’un’altra cosa, e che in natura gli insetti dovrebbero restare! Ecco, sembra ormai sempre più evidente che nelle aree protette la natura da sola non può vivere e necessità di “aiutini” da parte dell’uomo, che evidentemente crede sempre di poter fare meglio del Padreterno e, o peggio ancora, correggere le “storture” della Natura (secondo la volontà dell’uomo!). Sperando che prima o poi non venga in mente a qualcuno di creare anche qualche “albergo” per la rara Trota magrostigma e per l’ancora più raro Carpione del Fibreno; che poi sono la vera ragione dell’istituzione della Riserva, sebbene l’eccesso di folaghe ed altri acquatici conseguentemente alla chiusura della caccia pare che arrechi non poco danno all’habitat lacuale di queste due rare specie di pesci!
  4. Nuovo intervento in difesa della Riserva Regionale dell’Adelasia. Dopo che la ex Provincia di Savona ha recentemente riconfermato la gestione della stessa al Comune di Cairo Montenotte (che vi opera tagli culturali ed iniziative turistiche di ogni genere, come se la Riserva fosse un’azienda da far produrre e non già un ambiente da conservare!), l’AIW ha inviato una nuova PEC a tutte le autorità protestando per il silenzio fatto seguire alla segnalazione dei discutibili tagli forestali a scopo economicamente migliorativi del bosco (!), durante i quali non sarebbero state rispettate le prescrizioni stabilite dagli stesi organi di controllo provinciali. Forse è il caso che si sappia che il Comune di Cairo Montenotte sta andando a nuove elezioni! E che candidati sono due ex Sindaci che, ognuno per proprio conto, hanno messo mano alla discutibile gestione della Riserva. Non resta che sperare che vinca un terzo candidato, e che in caso di vittoria possa poi dimostrare un maggiore interesse culturale e naturalistico verso l’Adelasia.
  5. D’altronde, non è quanto meno strano che mentre in Consiglio regionale si scannano per i Parchi Regionali, l’unica Riserva Naturale che appartiene alla Regione è stata data in pasto ad un Comune? Ma una ragione c’è, ed è tutta politica: I Parchi prevedono Consigli di amministrazione, Presidenze e finanziamenti, mentre di tutto questo non c’è alcun bisogno per la Riserva! Eppure l’Adelasia è stata istituita su boschi acquistati dalla Regione (e quindi i vincoli li subisce la Regione) mentre nei Parchi i vincoli li subiscono i Comuni ed i proprietari dei suoli (ed i cacciatori!)! Quindi, non VERE aree protette, bensì enti manipolabili come lo furono le Comunità Montane; ed anche ben poco democratici. Ma questi piacciono alla politica italiana ed anche europea (per non dire agli ambientalisti!): affari, altro che CONSERVAZIONE della Natura! Ora politici e ambientlisti si stanno scannando per  ampliare il Parco di Portofino e farlo diventare Nazionale (soldi da Roma!) e gli ambientalisti a coda! Questo quando ciò che meritava di essere protetto del Monte di Portofino è già stato protetto da decenni (1936!). E invece pur di ampliarlo e nazionalizzarlo vogliono inserirci zone di NESSUN valore ambientale, ma scusa per altre poltrone e per attrarre soldi pubblici! Ma non ci si meravigli: è così che funziona in ogni Regione (con l’aiutino di Roma), che siano guidate da politici di destra o di sinistra!

 

Wilderness Italia

 

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