Anuu scrive al ministro Lollobrogida

Anuu scrive al ministro Lollobrigida

Una lettera aperta nel quale si evidenziano fatti circostanziati e al contempo si sollecita il GOVERNO  a trovare una soluzione immediata per una riforma delle 157 seria e coerente con le esigenze del mondo venatorio.

Marco Castellani Lettera aperta al Ministro On. Francesco Lollobrigida  

Anuu scrive al Ministro Lollobrigida:

Egregio Sig. Ministro Lollobrigida,

alla luce del Suo ultimo post sui social ritengo necessarie alcune precisazioni che indirizzo a Lei e nel contempo a tutta la comunità venatoria con questa lettera aperta.

La mia Associazione, l’ANUU Migratoristi, nel rispetto delle idee politiche di tutti i suoi soci e della sua necessaria trasversalità di azione e relazione, in ogni occasione elettorale ha sempre fatto la sua parte segnalando ai propri associati le candidature di tutti coloro che, indipendentemente dal partito politico di appartenenza, ci sono stati storicamente vicini e di quanti si presentavano per la prima volta dichiarando pubblicamente la loro vicinanza al mondo venatorio e alle sue problematiche.

Salutiamo quindi con favore i successi politici registrati, prima a livello nazionale e poi regionale, delle forze attualmente al Governo del Paese, riconoscendo il loro diverso approccio alle problematiche faunistico-venatorie rispetto a quello di tutte le altre forze politiche concorrenti.

Riconoscemmo anche i primi segnali di attenzione concreta che giunsero con il loro avvento alla guida delle Istituzioni italiane, tanto è vero che intitolammo la nostra Assemblea nazionale del 29/04/2023 “Adesso o mai piu”.

Nella mia relazione in quell’Assemblea ricordai come il nuovo Governo guidato dall’On. Giorgia Meloni e con Lei al Masaf, nonostante le immani difficoltà poste dal periodo storico che stavamo vivendo, avesse già dato importanti segnali di considerazione e attenzione per il mondo venatorio.

Mi riferivo, ad esempio, alla norma sul contenimento della fauna selvatica che fu approvata nell’ambito della Legge Finanziaria e ad alcuni altri atti e ordini del giorno approvati nelle Commissioni, nonché all’impegno allora profuso per la predisposizione del Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica e per 1’adozione del decreto con il quale si è poi effettivamente proceduto alla ricostituzione del Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale.

In quei giorni ebbi modo di apprezzare pubblicamente anche le dichiarazioni del Sottosegretario Barbaro che evidenziò come la volontà del Governo fosse quella di favorire un’inversione di tendenza a livello culturale rispetto alla decennale delegittimazione dei cacciatori, sottolineando la volontà del Governo di riposizionarsi sui temi senatori senza dogmi e con atti concreti.

Pur’ consapevoli dei suoi limiti tecnico-giuridici, apprezzammo anche l’intervento del Governo sul problema piombo e zone umide realizzato con la Circolare firmata da Lei e dal Ministro Picchetto Fratin nell’ intento di fare maggiore chiarezza in mate ria in un momento di grande confusione e preoccupazione.

Ulteriore segnale di attenzione che registrammo positivamente fu l’annuncio del Governo di un proprio impegno per risolvere il problema del ruolo di ISPRA nella predisposizione dei pareri sui Calendari Venatori.

Il Sottosegretario Barbaro, in effetti, poi incontrò i vertici dell’ ISPRA che, almeno a parole, dettero la loro disponibilità a svolgere il proprio ruolo cambiando i propri comportamenti senza dogmi né pregiudizi come richiesto dal Sottosegretario, anche se poi in realtà il problema permane ancora oggi.

Nel Suo ultimo comunicato, affidato ai social, Lei rivendica 1’impegno profuso sino ad oggi e questo nessuno glielo contesta.

Poi, però, aggiunge che, per quanto riguarda la vicenda del Decreto agricoltura, solo due emendamenti inerenti alla “caccia” sono stati ritirati dal Governo, insieme a molti altri su altri argomenti, perché non coerenti con il Decreto legge che deve, per essere avallato, contenere solo articoli direttamente collegati all’oggetto e finalizzati a risolvere delle urgenze in materia.

Vede Sig. Ministro, il problema che si è creato sta proprio qui: il nostro mondo contava moltissimo sull’approvazione di tutti gli emendamenti che erano stati inseriti nel Decreto in conversione e in particolare proprio di quelli che poi sono stati invece ritirati con grande giubilo delle forze di opposizione e del mondo animal-ambientalista che spaccia la cosa come una propria vittoria e se ne prende i meriti.

La grande delusione che ne è derivata, con i conseguenti malumori e le critiche politiche espresse dai cacciatori italiani, è sostanzialmente motivata dal fatto che prima delle elezioni europee nessuno ha pubblicamente riconosciuto il possibile rischio di un ritiro di emendamenti, alcuni dei quali presentati dai relatori di maggioranza, dovuto a tecnicismi legislativi e il “pacchetto” degli emendamenti era dato per sostenuto e condiviso nella sua interezza, ingenerando nella maggior parte dei cacciatori italiani (me compreso), la convinzione che le forze di Governo l’avrebbero difeso e fatto approvare mettendo in campo tutto il loro peso politico derivato dal consenso elettorale ricevuto anche da gran parte del mondo venatorio.

Tralasciando il fatto che, a mio avviso, anche gli emendamenti ritirati avevano un collegamento con le questioni agricole (forse meno evidente e diretto di quelli relativi al terra della caccia al cinghiale, al suo controllo ed alla lotta e prevenzione della PSA), sarebbe stato tutto ben diverso se prima delle elezioni europee qualcuno› avesse riconosciuto e detto esplicitamente che alcuni emendamenti al Decreto agricoltura potevano correre dei rischi per le motivazioni sopra richiamate.

Non ini risulta che ciò sia accaduto in nessuna occasione.

Forse non c’è stata premeditazione, ma apprendere del ritiro di tali emendamenti solo dopo le elezioni europee, mi perdoni, è suonata a tutti come una beffa ben difficilmente giustificabile da motivazioni tecnico-giuridiche comparse solo ad elezioni avvenute.

Nel suo comunicato ci ricorda che la pazienza è la prima virtù del cacciatore e che per rimediare seguiranno fatti concreti visto che conferma il parere positivo del Masaf sugli emendamenti ritirati e con esso 1’ ilnpegno a proseguire il percorso per approvare il contenuto.

Vero: la pazienza è la prima virtù dei cacciatori, ma seppure la nostra pass ione sia scandita dal lento ritmo delle stagioni e dei cicli biologici della Natura, i nostri problemi di oggi permangono da troppo tempo ed anzi peggiorano galoppando alla velocità della luce, richiedendo tempi di risposta istituzionali altrettanto veloci. Non è questione, quindi, di pazienza (già dimostrata e profusa in abbondanza), ma di necessità reale di interventi concreti non più ulteriormente rinviabili.

Nella stessa mia relazione del 2023 tentai di fare un sommario elenco di questi interventi, richiamando in particolare la necessità di garantire ai cacciatori italiani la certezza del diritto che gli era stata negata, rivedendo il ruolo di ISPRA, impedendo ricorsi animalisti strumentali, modificando le date di inizio migrazione stabilite nel nuovo documento Key Concepts, definendo specie cacciabili e calendari, deroghe, catture dei richiami vivi e loro identificazione in modo certo, semplice ed oggettivo sempre nel rispetto della verità scientifica e delle direttive europee, rivedendo le modalità dei controlli, soprattutto sugli appostamenti fissi e temporanei dedicati alle nostre cacce tradizionali, garantendo rispetto, considerazione e certezza dei diritti per il cittadino-cacciatore, prevenendo e perseguendo le aggressioni, le minacce e le azioni di disturbo ai cacciatori sul campo, gli atti vandalici a danno dei nostri capanni e delle nostre sedi e strutture venatorie sino ad oggi impunemente realizzate dagli estremisti animalisti fuorilegge, identificandoli e punendoli severamente.

Ricordai, inoltre, che sarebbe stata anche ora di tacitare gli episodi di aperta denigrazione e di colpevole disinformazione sulla caccia e sui cacciatori italiani che, con crescente frequenza, si sono riscontrati in trasmissioni del Servizio Pubblico e su altri mass media e che non sono tollerabili da parte della intera categoria dei cacciatori.

In pratica è sempre più pressante l’urgenza di introdurre nell’ordinamento giuridico e in particolare nella Legge 1 57/92 (e anche nella legge 394/91 sulle aree protette) tutte le modifiche tecniche, anche di dettaglio, che l’esperienza di questi anni e 1 cambiamenti  agro  ambientali  e  faunistici  intervenuti  hanno  evidenziato  come assolutamente necessarie per la salvaguardia della biodiversità, dell’ agricoltura, della sicurezza sociale, ma anche delle nostre tradizioni e dei nostri diritti.

Io resto dell’ idea che l’attuale Maggioranza rappresenta un interlocutore importante e senz’altro più disponibile ad un lavoro positivo e costruttivo di concerto al mondo venatorio e che se malauguratamente al Governo dovessero pervenire in futuro forze politiche dichiaratamente anticaccia, oggi fortunatamente all’opposizione, queste non avrebbero esitazioni e non si farebbero scrupoli a perseguire i loro sinistri obiettivi ignorando le istanze delle parti loro avverse.

Comportatevi, allora, come si comporterebbero loro.

Nel Suo comunicato Lei conferma che resta l’impegno del Governo all’aggiornamento della Legge 157/92.

Benissimo: Le chiedo di trasformare questa dichiarazione in atti concreti che abbiano effetti immediati e che possibilmente tengano conto degli obiettivi sopra ricordati, anticipando con la forma tecnico-giuridica più appropriata anche gli obiettivi del ddl già presentato alla Camera dall’On. Bruzzone, il cui iter di approvazione deve ora assolutamente continuare anche se sicuramente troppo lungo rispetto alle esigenze del mondo venatorio anche a causa delle migliaia di emendamenti puramente ostruzionistici presentati dalle forze politiche all’opposizione appiattitesi sulle richieste animal-ambientaliste.

Sono certo che in tal modo rientrerebbero moltissime delle criticità emerse nelle ultime ore.

La invito a valutare queste mie proposte cercando la massima unitarietà di intenti all’interno della Sua maggioranza: 1’ ultima cosa che occorre oggi, sia alle Istituzioni che al mondo venatorio, è una divisione interna per meri tentativi di scaricarsi addosso reciprocamente le colpe di un episodio oggettivamente negativo, ma che io voglio continuare a credere e a pensare sia recuperabile nel reciproco interesse politico e venatorio.

Grazie e distinti saluti.

8 luglio 2024

Il Presidente Dott. Marco Castellani

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