Associazioni lombarde compatte su Piano Faunistico

Associazioni lombarde compatte su Piano Faunistico

 

Associazioni lombarde : dopo che la settimana scorsa i presidenti regionali si erano ritrovati in video-conferenza è stato diramato un comunicato congiunto che esprime in maniera unanime il disappunto sul nuovo Piano Faunistico presentato da Regione Lombardia, ed in particolare sulla Valutazione d’Incidenza.  Si resta in attesa del 31 marzo, data entro la quale tutti gli enti interessati dovranno portare le proprie osservazioni.  Sebbene in maniera separata, affidandosi ad esperti e avvocati di fiducia, le associazioni venatorie lombarde sono giunte alla stessa conclusione e cioè che questo Piano Faunistico non dev’essere approvato. Le stesse stanno facendo leva e pressione su alcuni politici regionali per far si che questo “piano” – ritenuto inadeguato, penalizzante ed incompleto venga ritirato o modificato. Un esempio di “politicamente corretto” per immolare la pratica venatoria a favore di un ambientalismo da salotto.  C&D

 

comunicato congiunto associazioni venatorie lombarde 22 marzo

COMUNICATO CONGIUNTO DELLE ASSOCIAZIONI VENATORIE LOMBARDE SUL PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE.

Come già espresso da singole componenti del mondo venatorio, anche congiuntamente non possiamo che ribadire la ferma contrarietà al procedimento di approvazione in atto, che vede la proposta di piano faunistico venatorio essere accompagnata da uno Studio Di Incidenza intriso di ideologia anti venatoria.
L’impostazione data alla trattazione di parti essenziali della proposta di Piano è indirizzata palesemente all’obiettivo, tramite step temporali compresi tra 2 e 8 anni dall’approvazione del piano (e con effetti immediati su diverse zone), di rendere di fatto non praticabile la caccia alla selvaggina migratoria, soprattutto da appostamento fisso. E con
ricadute pesanti anche sulla caccia alla selvaggina stanziale, anche con riferimento alla caccia di selezione agli ungulati soprattutto in Zona Alpi, ove trovassero attuazione le misure da trasporsi in sede di attuazione nei Piani Faunistici Territoriali.
Inoltre l’avanzamento in parallelo della procedura di Vinca da parte della DG Ambiente da una parte e della procedura di raccolta ed esame delle osservazioni dei portatori di interesse (come le scriventi associazioni) da parte della DG Agricoltura, rischia di rendere vane le osservazioni che saranno presentate. E l’accorciamento dei termini
per la presentazione delle osservazioni (da 60 a 45 giorni) rende ancor più gravoso il compito non solo di rilevare le criticità ma soprattutto di opporle tecnicamente, vista la mole dei documenti di cui si discute.
Fermo restando dunque il lavoro che ciascuna associazione sta compiendo sia nella predisposizione delle osservazioni sia nella pressione sul mondo politico (e si ringraziano i molti Consiglieri Regionali che si sono già fattivamente interessati), le Associazioni Venatorie Lombarde unite insistono affinchè sia dato il giusto peso al valore sociale, storico e tradizionale dell’attività venatoria, che vede ancora un gran numero di appassionati sul territorio lombardo: il Piano Faunistico Venatorio Regionale deve essere uno strumento di pianificazione che deve tenere in
considerazione sia la conservazione e il miglioramento della fauna selvatica sia il valore sociale, gestionale ed economico dell’attività venatoria.
Non è accettabile che la pianificazione lombarda, per la parte rimessa peraltro a Enti direttamente collegati alla Regione che si sono occupati dello Studio di Incidenza, sia invece indirizzata sulla progressiva chiusura della caccia rendendola di fatto non praticabile. E ciò nonostante da più parti, finanche dalla proposta di piano, emerga che i problemi della fauna sono in grandissima parte legati alla perdita di habitat, e non all’attività venatoria.
Ancor più inaccettabile se i problemi promanano da una parte politica che storicamente in Lombardia si propone come comprensiva del valore e dell’importanza economica, sociale e ambientale della caccia.
E che la caccia sia immolata sull’altare di un ambientalismo (o meglio animalismo) di facciata non ci sta bene e andremo fino in fondo.

I PRESIDENTI REGIONALI

 

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3 Commenti

  • Fabio Lancini

    Ma ad organizzare una manifestazione cosa si aspetta!!!
    ASSOCIAZIONI SVEGLIA!!!

  • Ferdinando Ratti presidente interprovinciale ITALCACCIA Como-Lecco

    Finalmente vedo una una comunicazione fatta alla regione unitariamente!!!

  • ACHILLE BOTTINI

    E inutile che stiamo sempre ad abbassare la testa di fronte a chi non ci vuole ascoltare adducendo sempre le solite manfrine , adesso ci si mette anche ISPRA a darci contro e ora di finirla dobbiamo darci un taglio netto cominciamo a comportarci come loro e inutile confrontarci tanto non ci prendono in considerazione abbiamo gli uomini adatti a combattere e fateli combattere

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