BRACCONAGGIO – TRAFFICO ILLECITO DI ANIMALI: ARRESTATO BRESCIANO
Bracconaggio : di seguito il comunicato dei Carabinieri forestali di Brescia riferito al maxi sequestro di nidiacei avvenuto di recente. Un attività illecita dalla quale prendere le distanze. Quella di prelevare gli uccelli dal nido, specialmente nelle zone del trentino e del veneto è un attività criminosa piuttosto diffusa, che produce reddito per chi la compie e per chi poi entra in possesso di questi nidiacei, soprattutto tordi, sasselli e cesene che poi, una volta inanellati e cresciuti vengono immessi sul mercato regolare a cifre che vanno dai 100 ai 150 euro.
Il CPA lombardo (Caccia Pesca Ambiente) fa sapere che si dissocia e prende le distanze da questo sistema illegale, ma allo stesso tempo chiede alla Regione Lombardia, all’Assessore Fabio Rolfi, di riaprire i centri di cattura, i roccoli, in maniera che si possa mettere un freno ad episodi del genere che ledono in maniera forte la figura del cacciatore migratorista da appostamento. L’ approvvigionamento di questi turdidi è un diritto al quale si è rinunciato con troppa facilità per chi pratica il prelievo venatorio da appostamento fisso. L’attività illecità come esposto nel comunicato è invece da condannare senza “se” e senza “ma” poiché penalizza un intera categoria di cacciatori onesti.
Questo il testo del Comunicato ufficiale
BRACCONAGGIO – TRAFFICO ILLECITO DI ANIMALI: ARRESTATO BRESCIANO CON 320 UCCELLINI NEL BAGALIAIO DELLA SUA AUTO.
Maxi sequestro di nidiacei per un controvalore di circa 50000 euro provenienti dal Veneto pronti per essere venduti sul mercato nero come uccelli da richiamo.
Brescia 10 giugno 2019 – I militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia la scorsa notte hanno tratto in arresto in flagranza di reato a Rezzato un bresciano che deteneva a bordo della sua auto, stipati in piccole scatole di cartone, oltre 300 uccellini da richiamo con non più di una settimana di vita. I militari, fermavano l’auto del malvivente lungo la SS 45 bis, e con stupore constatavano che all’interno del bagagliaio erano presenti pulli di tordi e cesene provenienti dal Veneto.
Questo odioso traffico si concretizza nel prelievo nei luoghi di riproduzione, direttamente dai nidi, di giovani uccelli con qualche giorno di vita; i bracconieri, appongono l’anello identificativo inamovibile e li svezzano per poi immetterli sul mercato ufficiale a prezzi che possono superare anche i 150 euro ad esemplare adulto.
Ma ieri notte al bracconiere qualcosa è andata storta, perché è stato proprio lui a cadere nella rete tesa dai Carabinieri Forestale della stazione di Vobarno e del Nucleo Investigativo Ambientale Agroalimentare e Forestale di Brescia. I militari considerato l’ingente quantitativo di animali trafugati e la recidività della condotta hanno immediatamente tratto in arresto il 35enne accompagnandolo agli arresti domiciliari così come indicato dal Pubblico Ministero dott. Milanesi.
Gli animali sono già in viaggio verso un centro di recupero fauna selvatica per lo svezzamento, educazione al volo e successiva liberazione in natura.
L’uomo presentatosi oggi davanti al Giudice che ha convalidato l’arresto, dovrà rispondere del reato di furto aggravato, infatti ricordiamo che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato esposto alla pubblica fede, ora rischia una pena detentiva da 2 a 6 anni.
C&D – la redazione
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at 16:31
L’Italcaccia oltre che dissociarsi da una simile e barbara pratica,plaude all’arma dei carabinieri forestali per il risultato;spero di sbagliarmi di tutto cuore ma devo amaramente dire che anche se si riaprissero i roccoli,chi è abituato a queste lucrosi traffici difficilmente smetterà di farlo!!!