La Brambilla ci riprova: mozioni ed altri contro allevamento, caccia, circo, ecc.
Dopo le belle notizie pre-estive (credito di imposta per le attività agricole, emendamento che esclude le nutrie dal novero degli animali soggetti a protezione – misure diventate oramai legge dello stato: L. 116/2014), si preannuncia un autunno un po’ caldo per le nostre tematiche.
La Brambilla è riuscita a far inserire nel calendario dell’Aula della Camera l’avvio della discussione di una sua mozione in materia di tutela dei diritti degli animali. E’ all’ordine del giorno del 4 settembre prossimo (3 punto dell’odg). La mozione è un atto di indirizzo molto importante che il Parlamento fa al Governo con cui lo impegna a fare delle iniziative precise.
In questo caso, l’intento è quello di impegnare il Governo italiano, durante il semestre di presidenza italiano (luglio-dicembre), di adottare/promuovere una serie di provvedimenti o atti in materia animale. A conferma del fatto che l’avvio della discussione è assai probabile, vi è la presentazione di altre mozioni simili da parte dei gruppi parlamentari: 5Stelle, Lista Monti e Sel. Fortunatamente il PD non ha ancora presentato una sua mozione in materia.
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE, NELL’AMBITO DEL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, PER LA TUTELA DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI
La Camera, premesso che:
l’ultimo decennio ha visto una crescita costante nei cittadini della preoccupazione per la tutela degli animali; l’82 per cento dei cittadini europei, secondo Eurobarometro, afferma di essere d’accordo che sia un dovere proteggere i diritti degli animali, qualunque siano i costi; la legislazione comunitaria ha seguito questa evoluzione e alcuni parziali ma importanti miglioramenti sono stati raggiunti: il box individuale per i vitelli a carne bianca è stato vietato in tutta l’Unione europea dal 2007 e le gabbie di batteria per le galline ovaiole sono vietate dal 2012. I test cosmetici sugli animali sono stati aboliti ed è stato introdotto il bando europeo alla commercializzazione nell’Unione europea di prodotti cosmetici testati su animali. È vietato da alcuni anni importare e commercializzare le pelli di cane e gatto e le pelli di foca; nel 1997 l’Unione europea ha dato un nuovo status agli animali, riconoscendoli come «esseri senzienti» in un protocollo allegato al Trattato di Amsterdam. Questo principio è stato promosso dieci anni dopo – su proposta, nel 2003, della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea – nell’articolo 13 delle disposizioni di applicazione generale del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, imponendo al legislatore comunitario e agli Stati membri di tenere pienamente in considerazione il benessere degli animali nel processo di formazione delle norme. Questa importante conquista, tuttavia, non trova ancora adeguata applicazione; la tutela degli animali da compagnia non ha ancora una normativa europea. Alcuni Stati membri uccidono indiscriminatamente gli animali randagi, al tempo stesso Stati membri alimentano commerci illegali di centinaia di migliaia di cuccioli con tassi di mortalità gravissimi, rischi sanitari, operando veri e propri maltrattamenti, mentre l’Italia già nel 1991 ha introdotto una legge che vieta le uccisioni per combattere il randagismo, introducendo la sterilizzazione obbligatoria di cani e gatti randagi e la promozione della loro adozione; inoltre, nel 2010 il nostro Paese ha indicato la strada all’Unione europea in materia di traffico di cuccioli con una legge innovativa ed avanzata di repressione del fenomeno di illegalità. Conseguentemente, nel novembre 2010, il Consiglio dei ministri dell’Unione europea ha adottato delle conclusioni chiedendo alla Commissione europea di proporre azioni per la tutela di cani e gatti; dal 1 o luglio 2014 l’Italia ha la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea,
impegna il Governo:
a caratterizzare la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea con iniziative tese a:
a) dare piena applicazione al riconoscimento degli animali come «esseri senzienti», facendo pesare questo precetto del Trattato nel processo di formazione ed emanazione delle norme dell’Unione europea, a partire dalla «legge quadro europea sul benessere animale» annunciata dalla Commissione europea;
b) rafforzare l’ufficio veterinario della Commissione europea al fine di garantire un efficace controllo dell’applicazione delle normative comunitarie a tutela degli animali;
c) introdurre una normativa comunitaria per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, che, fra l’altro, preveda il divieto di uccisione di cani randagi e gatti vaganti, lo sviluppo di programmi di prevenzione con adeguati programmi di sterilizzazione e adozione, l’identificazione tramite microchip e la registrazione obbligatoria collegata a un sistema di tracciabilità europea, il contrasto al traffico di cuccioli anche attraverso l’Europol ed ai combattimenti fra cani;
d) realizzare una legislazione che renda l’Unione europea libera dalla prigionia degli animali per fini ludici;
e) considerata la peculiarità di «Rete Natura 2000», vietare in questi territori l’attività di uccisione di animali selvatici;
f) vietare l’importazione e la commercializzazione delle «specie invasive aliene» e stabilire che i metodi di loro contenimento prevedano unicamente misure incruente, rispettose della vita e della sofferenza dei soggetti interessati;
g) sostenere il riconoscimento e l’utilizzazione dei metodi sostitutivi di ricerca all’uso di animali ed estendere il divieto di test animali previsti per i cosmetici e i loro ingredienti ai prodotti di detergenza e loro ingredienti;
h) sostenere l’emanazione di norme che prevedano standard obbligatori minimi negli allevamenti che si applichino alle specie oggi prive di specifiche norme di tutela, come mucche, conigli, tacchini, pesci, e la definizione di una legislazione che vieti la clonazione degli animali per la produzione di cibo;
i) sostenere l’armonizzazione del mercato interno, estendendo a livello comunitario il divieto di allevamento di animali per la principale finalità di ottenere pellicce, già adottato da alcuni Stati membri;
l) realizzare una conferenza sull’applicazione della direttiva 1999/22/CE sulla detenzione degli animali nei giardini zoologici a quindici anni dalla sua emanazione e di una conferenza per la presentazione e lo studio delle condizioni scientifiche ed economiche 1/2005, che disciplina i tempi per la revisione del regolamento (CE) n. di viaggio e la densità del trasporto degli animali a fini commerciali. (1-00460)
Firmatari: «Brambilla, Bergamini, Biancofiore, Castiello, Giammanco, Fucci, Marti, Palese, Palmizio, Petrenga». (12 maggio 2014)
Caccia & Dintorni – redazione
3 Commenti
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at 14:40
Che coraggio….è proprio vero che chi predica bene razzola male….
era domenica 22 giugno e al parco delle cornelle di bg
sapete chi ho visto? la sciura Brambilla con tanto di famiglia al seguito a vedere “GLI ANIMALI IN GABBIA”
e non sembrava scocciata di tutto ciò…..Ma và à chègà
at 07:04
Invito la signora Brambilla a farsi un giro per i monumenti, escludo le case private, per vedere che schifo che fanno i piccioni e con ostinazione continua la loro protezione.
at 19:08
Non è possibile, siamo alla disperazione, le famiglie sono disastrate dalla situazione economica del paese, non abbiamo il lavoro ma tutto questo non importa alla signora. lei ha in testa solo le bestie ma degli esseri umani nulla. Grazie a lei e alle sue iniziative ormai vale di più il mulo di un povero cristo