Caccia: incontro Governo – Associazioni. Sul tavolo la legge comunitaria e la questione richiami vivi. Asse Brescia-Bergamo.
Martedì 10 giugno i presidenti nazionali di FIDC, Libera Caccia, Enalcaccia, Arci e Anuu incontreranno il Governo per la delicata questione della “157” le cui modifiche saranno discusse in aula, con i “grillini” pronti a chiedere la chiusura delle catture dei richiami vivi e altre innumerevoli limitazioni. Il ministro all’ambiente Gianluca Galletti si è già espresso negativamente contro catture e utilizzo dei richiami vivi, forte di un dato dell’ ISPRA (… e della Lipu) che in sostanza dice che per la caccia da capanno i richiami vivi di allevamento sono più che sufficienti a garantire la copertura delle richieste, senza tenere conto di una questione sociale: che i richiami di allevamento costano cari!. L’incontro a cui dovrebbero partecipare Dall’Olio, Sparvoli, Cardia, Veneziano e Castallani servirà per richiedere al Governo Italiano di respingere ogni immotivata richiesta sulla necessità di chiudere catture e utilizzo dei richiami stessi. Nell’incontro si parlerà però anche di conservazione della fauna selvatica, di Legge Comunitaria e quindi modifica della 157. A breve partirà anche una raccolta firme fra tutti i cacciatori per sostenere il proprio diritto di andare a caccia e la salvaguardia delle tradizioni venatorie. L’incontro di martedì è stato possibile grazie ad una lettera inviata e sottoscritta dalle associazioni sopra citate direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre che ai Ministri Galletti, Martina e al sottosegretario con delega agli affari europei Gozi.
Intanto a Brescia, si sono riunite ieri sera, per la seconda volta, i presidenti regionali e provinciali delle associazioni venatorie bresciane e bergamasche per trovare un punto d’intesa per formulare precise richieste (documentate scientificamente con un dossier ) alle Regione Lombardia sempre in merito alla questione dell’imminente cessazione dell’utilizzo dei roccoli di cattura e altre questioni inerenti ai richiami vivi. A breve dovrebbe arrivare un comunicato ufficiale che spiegherà quali saranno le strade da percorrere e le iniziative da intraprendere per salvaguardare le caccie tradizionali in Lombardia. Pare che il fronte associativo costituito dall’asse Brescia-Bergamo sia questa volta deciso ad andare sino in fondo anche a costo di denunciare l’Ispra (l’ente nazionale preposto a fornire dati in materia) perché da un decennio si astiene dal proprio compito.
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