La caccia nel mirino della legge di stabilità…

… ma solo per succhiare altri soldi ai cacciatori

Ci mancava solo questa… raddoppiare la tassa annuale per il porto d’armi uso caccia. Un emendamento alla legge di stabilità prevede di portare a 350 euro la tassa sul porto di fucile. Una proposta, per ora accantonata in sede di commissione, che arriva dai senatori di SEL e PD (guarda caso…), integerrimi nel risanare le casse dello Stato con i soldi dei cacciatori.

A decorrere dall’anno 2014 la tassa di concessione governativa prevista per la licenza di porto di fucile, potrebbe essere incrementata del 100%. Questo il testo di un pericoloso emendamento alla legge di stabilità presentato dalla senatrice Loredana De Petris, con Luciano Uras e Monica Cirinnà. Questi rispettabili personaggi della politica italiana non hanno fatto nessuna proposta e nessuno sforzo per dimezzarsi lo stipendio e i loro privilegi, ma vogliono così rastrellare denaro per la collettività attingendo a mani basse dalle tasche dei già tartassati cacciatori. Cacciatori che oggi pagano già 173,16 euro anni per il loro porto di fucile ad uso caccia. Senza contare le altre tasse e balzelli che paghiamo tutti gli anni per poi ritrovarci umiliati, boicottati e sempre più emarginati.

Per non parlare di come ogni anno sia sempre più difficile cacciare sul territorio italiano dovendo fare i conti con i vari ricorsi al Tar degli ambientalisti che vogliono fare chiudere la caccia (per i quali questi signori ambientalisti non pagano nulla). Facendo due conti e considerando che i cacciatori in Italia sono circa 700 mila, la nuova tassa raddoppiata a 346,32 euro (una tassa che non ha eguali in Europa) porterebbe nelle casse dello Stato oltre 24 milioni di euro. La strategia non stupisce e dare addosso al cacciatore sembra essere divenuto lo sport nazionale.

Ma chi sono questi zelanti politici, servitori dello Stato? Eccoli.

  • La prima promotrice dell’emendamento, la De Petris (loredana.depetris@senato.it, twitter.com/PetrisDe), romana, alla terza legislatura, è presidente del gruppo misto (Sinistra Ecologia e Libertà) ed è stata responsabile organizzativa dei referendum contro la caccia negli anni Ottanta.
  • Il cagliaritano Uras (luciano.uras@senato.it, www.lucianouras.it), sempre di SEL già consigliere della Regione Sardegna.
  • La Cirinnà (monica.cirinna@senato.it, www.monicacirinna.it), romana, imprenditore di società agricola nel Grossetano e avvocato non più iscritto all’Albo, animalista e ambientalista di Legambiente, è del PD.

L’idea sarebbe quella, come minimo, di farli sprofondare in un mare di mail, tramite le quali esprimere il dissenso di chi va a caccia e di chi paga le tasse e le concessioni governative da sempre. Ma sappiamo che di queste cose se ne infischiano altamente. Oltre a consigliare ai senatori in questione di vergognarsi, invitiamo i senatori di buon senso e i politici in genere, soprattutto quelli che si definiscono amici nel periodo elettorale, ad agire per impedire questo ladrocinio ai danni di una categoria abitualmente tartassata. Qui bisogna intervenire prima che il danno sia fatto, in fretta, senza paura di metterci la faccia.

Un rammarico è però che su questa notizia che circola da qualche giorno, su questo emendamento che potrebbe essere sancito nella nuova Legge di Stabilità, non si sono sentite le associazioni venatorie e neppure il settore armiero. Perché? Cosa ci stanno a fare il CNCN, Face Italia, il Consorzio armaioli italiani, l’Assoarmieri e altri enti del genere? Perché oltre ad organizzare qualche convegno ogni tanto non intervengono affrontando di petto una situazione che inevitabilmente, se dovesse passare, porterebbe alla perdita di un’altra bella fetta di cacciatori? Perchè non si schierano mai apertamente nelle battaglie a difesa dei calendari(vedi Liguria, Piemonte e Lombardia ecc) o a difesa dei continui soprusi che il mondo venatorio subisce ?

Noi siamo qui… in attesa di risposte.

Beppe De Maria

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