Milano ha ospitato la 61esima Assemblea Generale del CIC, il Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna. Quattro giorni di lavori…, 431 partecipanti, 43 paesi rappresentati: questi i numeri dell’evento che per qualche giorno ha fatto confluire nel capoluogo lombardo i principali esponenti non solo del mondo venatorio mondiale, ma anche di numerosi organismi internazionali protagonisti nella conservazione e utilizzo sostenibile delle risorse naturali. L’accoglienza calorosa è stata testimoniata dal Sindaco Giuliano Pisapia, dall’Assessore regionale lombardo alla Caccia Gianni Fava e dal Direttore di EXPO2015 Piero Galli, intervenuti con significativi saluti alla cerimonia inaugurale. Quest’anno il tema portante dell’Assemblea «Giovani, caccia e biodiversità», con l’obiettivo di ricondurre la gioventù all’attività venatoria, è stato declinato da quattro ragazzini tra i 12 e i 15 anni seduti al tavolo della presidenza durante tutta la cerimonia inaugurale, che in inglese hanno rivolto un messaggio di auspicio all’intera assise. Un messaggio incisivo e del tutto innovativo nella tradizione del CIC, che è stato rafforzato dal summit «Hunters united against wildlife crime – cacciatori uniti contro i crimini sulla fauna selvatica», nel corso del quale, per la prima volta nella storia come hanno sottolineato sia il Presidente Bernard Lozé che il Direttore generale Tamas Marghescu, i cacciatori hanno promosso il confronto con le autorità preposte al fine di contribuire a trovare le soluzioni per contrastare efficacemente e in maniera duratura la piaga del bracconaggio a scopo di lucro, che sta arrecando gravi danni a molte specie selvatiche soprattutto in Africa e Asia. Questo è il motivo principale per cui organismi di polizia come l’Interpol e il Corpo Forestale dello Stato hanno contribuito al dibattito, insieme agli esponenti delle convenzioni internazionali come la CITES, la Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB) e la Convenzione sulle Specie Migratrici (CMS). Il principale messaggio operativo scaturito dalle diverse sessioni fuori summit, è stato comunque quello della necessità della figura del cacciatore come attore primario sul territorio, del quale oggi non possono più fare a meno tutti gli organi e i soggetti che si occupano della fauna selvatica, sia in ottica di monitoraggio sanitario per tutelare la salute umana dal rischio di zoonosi (fondamentale in questo la presenza ai lavori dell’OIE, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale), sia in ottica di tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e quindi delle economie rurali, sia infine per scopi di ricerca pura nel campo della genetica e, quindi, della classificazione delle specie e sottospecie in natura. Ma non basta: accanto a questi tre assi portanti, è stato sollecitato l’altrettanto rilevante argomento della nutrizione e del posto di tutto rispetto che la carne di selvaggina dovrebbe occupare nel settore. Temi vasti di cui si è discusso ampiamente nel symposiumpre-congressuale «La caccia agli Ungulati fra tradizione e innovazione», fortemente voluto e organizzato dalla Delegazione CIC Italia, che ha visto relatori di fama e prestigio quali i prof. Sandro Lovari e Marco Apollonio delle Università di Siena e di Sassari, Riccardo Orusa direttore del CERMAS – Centro di Referenza Nazionale per le malattie degli Animali Selvatici, i tecnici faunistici italiani Vito Mazzarone per URCA, Luca Pellicioli per UNCZA e Stefano Mattioli, nonché i tecnici stranieri Richard Harris dal Montana e Vernon Booth dal Sudafrica. Come hanno rimarcato sia il Capo Delegazione CIC Italia Giovanni Bana che il Vice Presidente CIC Massimo Marracci, oggi la missione del mondo venatorio, da noi più che altrove, deve essere la fuoriuscita da un posto che non le compete più, riaffermandosi nella collettività facendo comprendere quanto i cittadini cacciatori possano essere fulcro utile (se non insostituibile) e «costringendo» le istituzioni a riconoscere loro questo insostituibile ruolo di protagonisti del territorio per il territorio. Accanto alla sala principale, i visitatori hanno potuto ammirare un eccezionale, grande diorama sugli habitat più emblematici del nostro paese – montagna alpina, montagna appenninica e zone umide con relative specie di fauna e flora tipiche – accompagnato da un’altrettanto bella rassegna dei migliori trofei nazionali di tutti gli Ungulati cacciabili, entrambi allestiti dalla Federcaccia di Parma in coordinamento con la Commissione nazionale CIC Grand Gibier/Esposizioni & Trofei animata da Bruno Vigna e Giovanni Persona. Alla fine dell’Assemblea, si è svolto il consueto passaggio di testimone tra gli organizzatori del consesso di quest’anno e coloro che si occuperanno del prossimo, nello specifico la Delegazione bulgara che nell’aprile 2015 ospiterà a Sofia la 62esima Assemblea Generale. Insomma, un bilancio di principi e strategie importanti, che speriamo trovino concreta applicazione nella quotidiana gestione della caccia come attività sostenibile e conservativa.
Aprile, 2014 CIC Stampa
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