La Legge 157: un Ostacolo per la Pratica della Caccia Tradizionale

La Legge 157 : un Ostacolo per la Pratica della Caccia Tradizionale

Lunedì prossimo, 2 dicembre, nella nostra diretta serale tratteremo un argomento di grande rilevanza per il mondo venatorio: i roccoli e la cattura dei richiami vivi. Si tratta di una tradizione che ha accompagnato la nostra storia venatoria per secoli, ma che oggi è fortemente limitata dalla normativa attuale.

Lunedì 2 dicembre alle 20,30 in diretta streaming sul canale YouTube di Caccia & Dintorni

La Legge 157/1992, che regolamenta la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio, rappresenta un importante strumento di tutela dell’ambiente e degli ecosistemi. Tuttavia, la sua applicazione ha avuto impatti significativi su pratiche tradizionali come l’utilizzo dei roccoli e la cattura dei richiami vivi, strumenti indispensabili per una caccia più naturale e rispettosa dei cicli biologici.

La speranza di una modifica della legge

Molti cacciatori, infatti, continuano a nutrire la speranza che possa esserci una revisione di questa legge, con la possibilità di riaprire la pratica dei roccoli e della cattura di richiami vivi, che sono stati vietati in seguito alla stretta normativa sulla protezione della fauna. Ma è importante essere realisti: senza una modifica alla Legge 157/1992, queste pratiche resteranno proibite. La legge, così com’è, non prevede margini per una regolamentazione che consenta di ripristinare questa antica tradizione venatoria.

 

La Legge 157 : un Ostacolo per la Pratica della Caccia Tradizionale

Perché è cruciale una modifica della Legge 157?

  1. Tutela della biodiversità: I roccoli e la cattura di richiami vivi sono pratiche che, se gestite correttamente, non solo non danneggiano l’ambiente, ma possono anche contribuire a monitorare e proteggere le specie. Una gestione consapevole e controllata delle catture consente di salvaguardare le popolazioni di uccelli migratori, senza compromettere la biodiversità.
  2. Rispetto per la tradizione venatoria: La caccia con i richiami vivi e i roccoli è una pratica che risale a tempi antichi e rappresenta una parte del nostro patrimonio culturale e naturale. Riuscire a reintrodurla in modo regolamentato sarebbe un passo importante per preservare un aspetto fondamentale della nostra tradizione venatoria.
  3. Sostenibilità e sicurezza: Oggi, grazie alle tecnologie moderne e a una maggiore conoscenza delle specie, è possibile gestire i roccoli e le catture in modo più sostenibile e sicuro. I cacciatori sono pronti ad adottare pratiche rispettose e a sottoporsi a controlli rigorosi per garantire la protezione delle specie.

Il ruolo dei cacciatori nel cambiamento

È essenziale che i cacciatori si uniscano in un’azione collettiva per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di una modifica della Legge 157/1992. Solo attraverso un dialogo costruttivo con le autorità competenti e una dimostrazione di responsabilità e impegno verso la tutela ambientale, potremo sperare di ottenere una revisione della normativa.

In conclusione, il nostro futuro come ISPRA dipende anche dalla nostra capacità di farci portavoce di un cambiamento legislativo che riconosca l’importanza di pratiche venatorie tradizionali come i roccoli e l’uso di richiami vivi. È il momento di unire le forze e lavorare insieme per preservare il nostro patrimonio culturale e garantire la sostenibilità della caccia per le generazioni future.

La riapertura dei roccoli per la cattura di richiami vivi in Italia richiede obbligatoriamente il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). L’ISPRA, sulla base della normativa nazionale ed europea (in particolare la Direttiva Uccelli 2009/147/CE), ha finora espresso pareri contrari a questa pratica nonostante vi siano motivazioni scientifiche da parte di ricercatori universitari. ISPRA continua a non fornire i dati sulle piccole quantità.

C&D

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