Nuova stagione, vecchi problemi e qualche beffa

Inizia la nuova stagione venatoria ma i problemi restano quelli “vecchi”, di sempre. Anzi ce ne sono ancora di più. Ogni anno e sempre peggio e l’emorragia di cacciatori che rinunciano al rinnovo della licenza sono in costante aumento. L’ATC unico di Brescia, il più grande d’Italia, in soli due anni ha perso temila (3.000) iscritti. Ciò avviene a causa della crisi economica, ma soprattutto per i continui bastoni tra le ruote che politici e animalisti mettono al mondo venatorio. Un dato di fatto riscontrato. I primi con le tante promesse e lo scarso impegno, gli altri a suon di ricorsi. In ogni caso una parte di colpa ce l’hanno anche i cacciatori, i “furbetti” che dimezzano (quando va bene) sul tesserino regionale le catture con il rischio, come avvenuto in Lombardia per l’allodola, che con una modifica (passata in sordina) al calendario venatorio il prelievo è sceso drasticamente a 80 allodole in tutta la stagione (20 max al gg). In altre regioni il prelievo è sceso addirittura a 50 allodole all’anno. Questo perché gli esperti della regione, su parere dell’ISPRA, pensano che, evidentemente, non ce ne sono e che l’allodola è a rischio. Poi toccherà al tordo, al sassello e alla cesena. Chi è causa del suo mal… pianga se stesso. Comunque le polemiche non mancano mai e anche questo fa parte delle “liturgie” d’inizio stagione. Tra pochi giorni, magari davanti ad un buon bicchiere di vino e a due fette di salame, saremo di nuovo lì a raccontare le nostre avventure venatorie, gli abbattimenti straordinari, il comportamento dei nostri cani, dimenticandoci dei bastoni fra le ruote che ci mettono continuamente coloro che non condividono la nostra passione, quelli che prediligono la vita animale a quella umana e che trascorrono tristi giornate nelle loro grigie città. A proposito di “bastoni fra le ruote” la LIPU ha indetto via internet una petizione per vietare l’uso dei richiami vivi, invitando tutti a compilare un modulo, confermando ovviamente di averne accettato i termini per il diritto sulla privacy ecc. Ebbene… ho compilato e fatto compilare ad amici il modulo on line in questo modo:

Nome: Sassello

Cognome: Da Richiamo

mail:polenta@osei.it

via: Del bracconiere

Città: Caccia

Premuto l’invio mi hanno anche ringraziato per aver firmato la petizione. Provate a farlo anche voi (http://www.lipu.it/petizioni/richiamivivi.asp#firma) sbizzarrendovi con nomi e mail assurde… riceverete i ringraziamenti della LIPU. Questi hanno solo del tempo da perdere, tempo che viene loro pagato dai contribuenti onesti e dai cacciatori che versano ogni anno suon di milioni di euro nelle casse dello Stato. Per avere che cosa? Miglioramenti ambientali, maggiore selvaggina, ambiente pulito? No, nulla di tutto questo, ma solo problemi e tanta incertezza. In Italia negli ultimi quattro anni si sono persi 1.800.000 posti di lavoro e una fetta di questi posti sono stati bruciati anche nel settore armiero (caccia, attrezzature, allevamenti, aziende faunistiche, abbigliamento, mangimi ecc.), un settore che non deve e non dobbiamo fare morire perché è una risorsa nazionale in termini economici e di occupazione. Il protezionismo degli animalisti camuffato da amore verso gli animali maschera l’incapacità (come dice l’amico Rodolfo Grassi) di spalancare gli occhi sul mondo e sui veleni che lo assediano. Comunque, per dirla tutta, la questione è anche un’altra e riguarda le associazioni venatorie che tacciono sui problemi reali senza fare nulla e che sono diventate come le casse del supermercato, capaci di battere lo scontrino dell’assicurazione e incassare. Nessuna manifestazione di protesta, nessuna replica quando il mondo viene attaccato, nessuna reazione. Al massimo qualche comunicato. È venuta meno la loro funzione di sindacato dei cacciatori e questo è quello che forse fa più male. È tempo di svegliarsi e di suonare la carica, facendo prevalere l’orgoglio di tutti noi in difesa di un diritto, di una passione, di una cultura e di tradizioni fortemente legate alla nostra terra. Un augurio a tutti voi per una serena stagione venatoria fatta sì di carniere, ma anche di attenzione verso gli altri quando si esce con il fucile per la battuta di caccia tanto attesa.

Giuseppe De Maria

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