Professione canto

Il bel canto è il risultato finale

Lo sanno bene quei cacciatori da appostamento fisso che dedicano gran parte del loro tempo libero ad allevare ed accudire i richiami vivi: il bel canto è il risultato finale del loro lavoro e sentirli cantare alle prime luci dell’alba, quando le gabbiette sono appese attorno al capanno è una grande soddisfazione.

Non è facile, ci vuole molto impegno, bisogna saper selezionare i soggetti, averne cura e non scoraggiarsi mai se i risultati non sono quelli fissati. Parliamo ora di merli, tordi e sasselli, che dopo la chiusa si preparano al canto e quindi alla stagione venatoria e per farlo ci siamo avvalsi della consulenza di Gabriele Chiarini, allevatore amatoriale bresciano, molto conosciuto anche fuori confine.

“Tutti i cacciatori che allevano e mantengono i richiami vivi vorrebbero disporre della migliore batteria possibile ma non sempre ci riescono. Per prima cosa bisogna fare un distinguo e dividere chi pratica la chiusa tradizionale, da chi usa il fotoperiodo. Nella chiusa tradizionale – spiega Chiarini – bisogna tenere conto di 4 periodi diversi che sono la muta, il riposo, la chiusa vera e propria e la preparazione al canto”.

Una fase che dura 365 giorni nella quale si abbassa gradualmente il periodo di luce sino alla fine di agosto per poi riportare in attività i richiami nel giro dei primi 10 o 15 giorni di settembre, sino a fine anno ricordando che dal 20 di aprile al 30 di agosto, i soggetti sono quasi completamente al buio.

“Con il fotoperiodo cambia tutto”- afferma l’allevatore bresciano – “Personalmente uso i programmatori automatici che facilitano il lavoro. Basta selezionare le schede programmate e non si pensa più a nulla. Durante i primi sei mesi dell’anno si abbassa gradualmente il periodo di luce, considerando che al 20 di giugno, si raggiunge il picco più basso della disponibilità di chiaro. Dopodichè si comincia ad alzare il periodo di luce per 6 minuti circa al giorno (3 al mattino e 3 alla sera) sino a fine anno. In questo modo si consente ai nostri richiami di affrontare la fase del canto ed essere pronti per la stagione di caccia”.

Un’altra questione importante per il mantenimento in questi mesi e soprattutto per il buon canto è una corretta alimentazione. “Certamente, questo aspetto è fondamentale. Non possiamo pensare di trattare i nostri richiami nel periodo del canto allo stesso modo di quando cambiano le piume e vanno in muta”. Che si tratti di chiusa tradizionale o fotoperiodo per farli cantare bene occorre un alimentazione specifica e qui interviene il nostro esperto. “Nel periodo di chiusa, ovvero quello tipicamente primaverile, oltre al normalissimo mangime di base e al pastone composto di frutta, bisogna aggiungere degli integratori minerali che diano energia per il mantenimento. Da fine agosto passeremo ad integratori specifici per la stimolazione del canto con l’aggiunta di pastoncino all’uovo. Una miscela d’ingredienti nei quali è ben presente la vitamina A D E “.

Merli, tordi e sasselli hanno delle necessità quasi simili in termini di dosi e quantità e anche in questo caso ecco cosa ci consiglia Chiarini. “Un tordo si nutre con circa 25 gr al giorno, mentre un merlo può arrivare anche 30 gr al giorno. Di pastone alla frutta miscelato con pastoncino all’uovo e integratori gli si danno circa 8 grammi, l’equivalente di un cucchiaio da tavolo, 2 o tre volte massimo alla settimana”.

Ma non è tutto! Per il buon canto, per far si che la batteria di richiami svolga appieno la sua funzione nei mesi di caccia occorre un occhio di riguardo all’ambiente e una disinfezione ambientale dei locali in cui li ospitiamo. “Occorre porre attenzione anche in questo senso per prevenire inutili malattie, per cui – afferma l’esperto – bisogna che una volta la settimana i locali siano disinfettati con la steramina. Bastano 10 grammi diluiti in un litro d’acqua, che va poi spruzzata nell’ambiente. Avere cura dell’igiene significa voler bene ai nostri richiami e favorire quindi il canto. Per questo consiglio vivamente anche un trattamento quindicinale antiparassitosi (acari-zanzare-pulci-zecche-mosche) prodotti acaricidi da diluire nell’acqua o spray e spruzzare sulle pareti e sui soffitti”.

E’ buona norma, non appena si nota qualcosa di strano nelle gabbiette dei nostri merli e dei nostri tordi (feci molli e rossastre – piumaggio arruffato e sporco, oppure diarrea) avvalersi di un veterinario ornitologo di fiducia per prevenire malattie come la coccidiosi e le infezioni gastroenteriche, ricordando che tutti i soggetti trattati con medicinali vanno poi sottoposti ad una cura ricostituente a base di multivitaminico. Per concludere ancora una raccomandazione di Gabriele Chiarini: “I nostri richiami vivi soffrono gli sbalzi di temperatura repentini, quindi bisogna porre molta attenzione alle correnti d’aria per evitare che si ammalino e che siano costretti a respirare a becco aperto”. Riepilogando possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che con una buona alimentazione e un ottima pulizia i vostri soggetti non vi tradiranno mai nel canto. Per i prodotti alimentari da utilizzare rivolgetevi al vostro rivenditore di fiducia.

Beppe De Maria

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1 Commento

  • Alfio Sisani

    Ottima descrizione esaustiva ,ma quale è il momento giusto per riinserirli sotto luce del fotoperiodo dato che ora li tengo con luce naturale? E poi non disponendo di voliera li tengo in gabbie berretti da mantenimento va bene lo stesso ?grazie per la risposta, saluti

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