Proviamo a cambiare atteggiamento

Proviamo a cambiare atteggiamento – Più ispetto per la natura e per il selvatico senza pensare al carniere

 

 

Proviamo a cambiare – Mi ricordo che da ragazzo il mio babbo con nonno mi portavano spesso con loro nei boschi. Vivevo in Umbria e in certe zone i boschi erano vere foreste che davano spazio alla fantasia e all’ avventura. Lì ho imparato ad amare la natura, a riconoscerne gli odori .. anzi i profumi, a rispettarla. Con loro ho conosciuto l’orientamento seguendo le tracce qualche animale. Da giovanotto con la licenza di caccia in tasca, accompagnato dal fedele Argon, setter meraviglioso, ho ripercorso quei posti in lungo e in largo alla ricerca della “Regina del bosco”. Lunghe camminate nel bosco alla ricerca del più nobile dei migratori. Passavo ore camminando da solo nel fitto della vegetazione stando attento al frullo, ad un qualsiasi rumore tra le foglie e non importava se alla fine della giornata ne avevamo seguito il suo volo e riconosciuto la “fatta” l’emozione era tanta anche senza imbracciare la doppietta.

Oggi purtroppo la caccia è cambiata e si pensa troppo spesso al carniere. I giovani sono impazienti e molti di loro hanno perso il gusto dell’ attesa.  Si pensa al prelievo per poterlo pubblicare prontamente sul proprio profilo social vantandosene con gli amici e tra i gruppi. Non dico che questo non va bene, i tempi sono cambiati e le nuove tecnologie ci hanno preso la mano, ma occorre porsi un limite. Intanto il rispetto per la natura e per il selvatico, quello per l’ambiente e per la biodiversità sono i valori che dovrebbero prevalere in un’azione di caccia, condividendone poi anche la gioia a fine giornata ma sempre in maniera discreta.

Si parla di caccia etica, di formazione, di una nuova figura di “cacciatore” che sia capace di dialogare con l’ambiente affermando il proprio ruolo di equilibratore della natura e del selvatico. Tante belle parole che però raramente trovano riscontro nella realtà.

Il semplice fatto di raccogliere le cartucce sparate, la borra di plastica sarebbe un grande segno di rispetto. In molti già lo fanno, ma girando nei boschi o nelle campagne se ne trovano ancora troppe.  Saperci accontentare del prelievo nel rispetto delle regole d’ingaggio.

Proviamo a cambiare – Oggi la caccia nel nostro paese sta subendo violenti attacchi da parte di tutta quella fetta della società civile, ma anche dalla politica, che giudica superata e obsoleta questa pratica. Sta a noi cercare d’invertire questa tendenza, questa severa condanna da parte dell’opinione pubblica. Proviamo a riflettere qualche momento su queste cose e proviamo a fare un’analisi del nostro comportamento e dissociamoci da chi non rispetta le regole.

Poi non lamentiamoci se le cose vanno male, perché una buona parte di responsabilità è solo nostra.

 

Michele Casale antropologo – naturalista e cacciatore

 

 

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1 Commento

  • Franco Ghidini

    sono d’accordo in tutto con quanto afferma Michele, ed ho già scritto anche a Federcaccia Nazionale…….chi, come in questi giorni nel Bresciano e nel Mantovano credono che sparare a tutto perchè si ha una licenza in mano, non pensando al contrario che avere una licenza in mano dovrebbe far crescere in Noi tutto il peso che essa comporta. a che servono 100 uccellini nel freezer per poi buttarli perchè non si riescono a mangiare, Io sono per la linea dura….chi commette queste assurdità va buttato fuori dalla federazione. non voglio avere certa gente con la mia tessera associativa.

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