Questione piombo e zone umide: si rimanda a febbraio
Questione piombo e zone umide: si rimanda a febbraio 2020
Nel frattempo verranno fatte nuove valutazioni e analisi – ma la questione “piombo” è tutt’altro che risolta e l’On. Fiocchi è impegnato in prima persona, già da tempo .
Questione piombo – Il tema caldo è quello del divieto dell’uso del piombo nelle munizioni da caccia e da tiro, oltre che per la pesca e altro ancora, tanto che l’ ECHA ha avviato una consultazione aperta sul loro sito web Il 19 novembre molti degli Stati Membri UE, durante l’incontro del Reach Committee, hanno voluto affermare in maniera ufficiale la loro posizione ed hanno chiesto alla Comunità Europea di rivalutare la proposta sul divieto dell’uso del piombo, in quanto appare esagerata, soprattutto su sulla definizione delle “zone umide” , sull’ idea di possesso delle munizioni e della zona adiacente di 400 metri che avrebbe dato adito a molti dubbi ed interpretazioni proprio sul fronte della sua applicazione e quindi del controllo.
A tale proposito si rammenta che la proposta della Commissione Europea mostra numerose criticità in quanto la descrizione o definizione di “Zona Umida” illustrata è molto ampia, rifacendosi in toto quella espressa nell’ esposto “Ramsar”, cosa che potrebbe causare complessità nell’identificazione delle stesse (tese allagate, torbiere, acquitrini ecc. ), creando limitazioni irragionevoli specialmente nei zone scandinave o altre simili. Il trattato “Ramsar” , lo ricordiamo, fissa in 400 metri di distanza dalla zona umida lo spazio entro il quale proibire l’impiego del piombo nelle munizioni da caccia e tiro.
Questione piombo – Questo ovviamente con delle conseguenze molto negative per la pratica venatoria anche solo per chi, anche con fucile scarico, debba attraversare lo spazio di 400 metri che delimita la zona umida. Ora grazie anche ad un’azione strategica e coordinata a livello europeo con FACE – Federazione dei Cacciatori Europei e con le altre associazioni di categoria del mondo industriale (IEACS, AFEMS), la Cabina di Regia Unitaria del mondo venatorio (Federcaccia, Enalcaccia, Libera Caccia, Arcicaccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia, EPS, CNCN). Ricordiamo che a lanciare l’allarme e ad gire da subito è però stato Pietro Fiocchi europarlamentare Gruppo ECR che dal gennaio scorso, ancor prima di candidarsi in Europa, aveva posto in evidenza il pericolo. Ora comunque, per la questione delle zone umide si è ottenuto uno slittamento della discussione al prossimo febbraio 2020. Nel frattempo si faranno mirati studi in modo da presentare nuove valutazioni d’incidenza e nuove analisi di rischio anche in termini economici oltre che sociali.
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at 12:58
vorrei ricordare l’impegno del mio staff (soprattutto Rossana Interlandi e Michele Mondani) nel convincere le delegazioni Bulgare, Maltesi, Ceche, Greche, Finlandesi e Francesi ad opporsi al progetto!
Ricordatevi di partecipare alla consultazione pubblica dell’ECHA. Le istruzioni sono sulle mie pagine social.
Fatevi sentire: UNITI SI VINCE!
at 13:01
Diamo a Pietro Fiocchi quello che è di Fiocchi stop.