Riformare ATC e CAC: lo chiede Arcicaccia

Riformare ATC e CAC – lo chiede Arcicaccia attraverso un documento specifico

Riformare ATC e CAC : lo chiede Arcicaccia -Il Comitato tecnico faunistico venatorio organo settario

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Questo documento rappresenta un passo significativo verso un miglioramento delle strutture e delle strategie che regolano la gestione della caccia e della fauna selvatica nelle diverse regioni italiane.
Il tema della gestione della caccia in Italia è particolarmente delicato e ha suscitato accesi dibattiti tra i vari stakeholder, tra cui l’Arcicaccia. Secondo la nota sigla venatoria , mantenere la gestione della caccia in ambito pubblico è l’unica via accettabile. L’associazione ritiene che qualsiasi proposta di privatizzazione rappresenti un pericolo per il modello tradizionale italiano, che si basa su una lunga storia e su specifiche esigenze e aspettative dei cacciatori italiani.
Per migliorare il funzionamento degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), l’Arcicaccia sostiene diverse proposte chiave. In primo luogo, dare rilevanza al pluralismo nei comitati di gestione è essenziale per assicurare una rappresentanza equa e diversificata delle varie parti interessate. Questo approccio può contribuire a decisioni più bilanciate e inclusive, favorendo un dialogo costruttivo tra cacciatori, ambientalisti, agricoltori e altre figure coinvolte.
Inoltre, l’Arcicaccia ritiene fondamentale aumentare le competenze tecnico-scientifiche all’interno dei comitati di gestione. La presenza di esperti in biologia, ecologia e gestione faunistica può garantire che le decisioni siano basate su dati scientifici e pratiche sostenibili. Questo non solo migliora la gestione delle risorse faunistiche, ma contribuisce anche alla conservazione degli ecosistemi e alla protezione della biodiversità.
La recente decisione del ministro Lollobrigida di ridurre il numero delle associazioni venatorie rappresentate nel Comitato faunistico-venatorio nazionale ha suscitato non poche polemiche, in particolare da parte dell’Arcicaccia. Secondo questa organizzazione, il nuovo assetto del comitato conferisce all’organo «una natura settaria ed esclusiva», limitando la pluralità e la rappresentanza democratica delle diverse voci all’interno del mondo venatorio. L’Arcicaccia sostiene che il comitato, così strutturato, non può essere il luogo adatto per discutere questioni di importanza cruciale per la gestione della fauna e delle risorse naturali.
bdm
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